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Una piccola storia per tutti noi con qualche licenza sul tema

10-05-2017 10:30 - News Generiche
Correva l´anno 1(2)017...... in quel tempo nel principato Meneghino di Carnate, il feudo decise di selezionare i migliori e più coraggiosi tra i propri guerrieri, per partecipare alla conquista del titolo di Campione della Provincia. Le nostre armate erano state selezionate in modo puntuale e attento dai comandanti Sir Mapelli , Sir Grisolia, Sir Beretta e preparate dal sergente di Ferro Semonella. Dopo la chiamata alle armi e dopo aver completato tutti i preparativi, la nostra migliore selezione di armigeri, con le bisacce stracolme di speranza, si incamminò a testa alta pronta ad affrontare il proprio destino. Il gruppo era composto sia da veterani di precedenti battaglie che da nuove leve.
Dopo le prime settimane e poco prima dei primi scontri, sul campo caddero subito due compagne, le amazzoni Gravagna e Sala. La Gravagna si infortunò durante alcune fasi preparatorie, a pochi giorni dal primo scontro, cadendo da cavallo durante una schermaglia di allenamento. Infortunio, dapprima apparso lieve, rivelatosi poi più impegnativo del previsto. Quell´anno avremmo rivisto Gravagna solo dopo alcuni mesi. Nelle settimane successive e fuori dell´Arena degli scontri avvenne l´infortunio dell´amazzone Sala, detta anche dai più vicini l´Animale. Durante le operazioni di stallaggio dei destrieri da guerra, un Baio colpì con un calcio la malcapitata. Questo colpo gli fratturò il bacino. Mai fu dato sapere cosa spaventò l´animale. Questo infortunio costrinse la giovane amazzone ad un lungo periodo di convalescenza. Nonostante la sfortuna sembrava avesse colpito il gruppo, non ci scoraggiammo e per poter continuare la tenzone, decidemmo di reclutare forze fresche. Fù per questo motivo che decidemmo di inserire nelle nostre fila la Terenghi, giovane combattente di buone speranze.
Il proseguo delle competizioni a cui assistemmo in quell´anno, soprattutto nei primi mesi di battaglia, ci vedeva spesso vittoriosi. Le battaglie, pur cruente, non ci trovavano mai impreparati. I nostri campioni sapevano farsi valere. Le nostre avanguardie "centrali" composte dalle amazzoni Mastronardi, Sabatino, Parolini da Concorezzo e Bravi colpivano duro. Le strategie suggerite da Tarallo da Montevecchia risultavano vincenti. L´autunno, che quell´anno era risultato particolarmente mite, trascorreva sereno. Con la caduta delle foglie, mentre il paesaggio si tinteggiava di colori vivaci, tinte più scure adombravano i cuori dei nostri paladini. Un altra compagna fu costretta ad abbandonare la bagarre. Nonostante l´editto promulgato dal De Angelis, Messer Comi da Basiano fu costretta, per motivi familiari, ad abbandonare la campagna di scontri. Questa nuova ed inattesa defezione, venne fortunatamente assorbita dal gruppo grazie alla presenza di un componente già aggregato alla compagine. Faceva infatti già parte della squadra convocata a partecipare alle Giostre, la Cavenaghi. Durante la campagna di quell´anno, se pur chiamata da sola a svolgere il ruolo di estremo difensore (libero) della retroguardia, si comportò egregiamente.
Con l´arrivo dell´inverno, del freddo e l´accorciarsi delle ore di sole le cose incominciarono a complicarsi. Lo stesso periodo coincise con un altro evento funesto. Uno dei nostri cavalieri "centrali" durante un duro scontro aereo, aveva perso l´uso del braccio sinistro. Un´altra pedina a disposizione del nostro agguerrito gruppo di combattenti fu così costretta ad abbandonare il campo di battaglia. Come appena accennato con l´inverno arrivarono anche i problemi. I continui avvicendamenti nelle nostre fila non facevano funzionare al meglio i meccanismi. Le nostre strategie entrarono in crisi, i nostri arcieri a cavallo, che nelle prime fasi degli scontri erano risultati dei buoni "martelli", non riuscivano più a picchiare come fabbri. Brambilla, Comi da Osnago (la veterana), Bandera da Passirano e la Parolini che si adattava ad ogni incarico, faticavano. Anche la capitana Giannarelli da Caprio, che era stata assegnata a mezzo servizio alla campagna militare per il suo impegno in terra straniera, durante l´inverno vedeva la sua resa in parte compromessa.
Con il sopraggiungere della primavera e con il sole che ritornava a fare capolino, la regolar tenzone ci risultava più congeniale. La ricomparsa del sole coincise anche con il rientro dell´amazzone Gravagna, finalmente ripresasi dagli acciacchi di inizio stagione. Con le belle giornate e con il profumo di primavera nell´aria anche la ripresa emotiva dei nostri guerrieri ne giovava. I nostri astanti più agguerriti e fiduciosi che mai, ricominciavano ad inanellare serie positive. Che la Dea bendata avesse ricominciato a sorriderci ? Con le vittorie ritrovammo anche la fiducia nei nostri mezzi. La stagione era ormai giunta al termine ed onori ed oneri erano stati rispettivamente conquistati e rispettati.
Durante quella stagione furono molti gli scontri vinti e poche le sconfitte.
Al termine dei giochi a cui partecipammo quell´anno, seppur il podio più alto non fu conquistato, ci ritenemmo estremamente soddisfatti dei risultati ottenuti. Nelle difficoltà, il gruppo aveva saputo reagire affrontando ogni sfida a viso aperto, attingendo a quelle energie emotive necessarie per superare ogni ostacolo, senza lasciare che lo sconforto o la mala sorte potessero abbatterli. Dopo le molte battaglie ed alla fine della stagione dei giochi di quell´anno, aspettammo con ansia il ritorno delle nostre Amazzoni, pronti a gioire con loro e per loro, dei risultati ottenuti. Alcune delle veterane erano entrate a far parte della squadra molte stagioni prima, da giovani atlete. Quelle ragazze che avevamo accompagnato ai campi di Marzio alcuni anni orsono, erano sono solo un ricordo, le ritrovammo persone adulte, Amazzoni pronte ad affrontare nuove sfide.
Ora il tempo dei bilanci è giunto, ogni scelta operata nel passato prima o poi presenta il conto. A noi, Consiglio degli Anziani, spetta il ruolo di comprendere ed esprimere un giudizio su ciò che è stato, su ciò che è avvenuto e senza indugio Vi comunichiamo che ci sentiamo orgogliosi di quanto meritatamente conquistato, dell´impegno profuso e del sudore versato. Spero che quanto appreso in questi anni con serietà e dedizione, possa essere di aiuto. Ad ognuno, nella propria vita, tocca un ruolo, a volte anche scomodo, bisogna saperlo in ogni caso vivere ed affrontare senza paura.
Ieri, forse, è finito un ciclo.
Oggi una domanda aleggia nell´aria e rimane da porre.......... e domani? ....
In ogni caso e qualsiasi nuovo percorso di vita, ognuna di voi ed ognuno di noi decida di prendere, il passato non si può cancellare, fa parte di tutti noi, nessuno ce lo può sottrarre. Non dimentichiamo mai chi siamo e da dove veniamo. Nulla è casuale e nessun merito, in un gruppo, può essere personale. Ciò che ci ha unito, sono sicuro, sarà il collante che nel futuro continuerà a tenerci legati.
Grazie.
Il Consiglio Degli Anziani


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